Il notaio Castellari sul codice di Camaldoli: “un ritorno al futuro”

Articolo uscito sul settimanale Il Piccolo della diocesi di Faenza-Modigliana il 01/08/2023, link diretto: https://ilpiccolo.org/ilpiccolo/2023/08/il-notaio-castellari-sul-codice-di-camaldoli-un-ritorno-al-futuro/

Origine, principi generali e un tentativo di calare il codice nella realtà dell’alluvione vissuta. Si è tenuto nel Monastero di Camaldoli – citato da Dante nella Divina Commedia – il 21-22-23 luglio 2023 un importante Convegno sul Codice di Camaldoli documento “per la comunità cristiana”, redatto 80 anni prima nello stesso monastero. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato presente alla prima giornata, mentre il Card. Matteo Zuppi, Presidente Cei ha tenuto la prolusione; il Cardinale Pietro Parolin Segretario di Stato ha partecipato all’ultima giornata, celebrando la Messa conclusiva. Il Presidente Mattarella ha poi scritto un intervento sul Codice pubblicato sul Settimanale di informazione delle Diocesi Toscane “Toscana Oggi” e su altri giornali diocesani, incluso il Piccolo.

Tanti gli studiosi che hanno tenuto relazioni sul Codice di Camaldoli

Numerosi e assai qualificati gli studiosi che hanno tenuto le relazioni. Alla stesura del codice, che si svolse sotto la regia di Sergio Paronetto, giovane dirigente dell’Iri, parteciparono ex multis, economisti di spicco come Pasquale Saraceno, ed Ezio Vanoni, giuristi del calibro di Giuseppe Capograssi, Giorgio La Pira e Aldo Moro, nonché politici come Paolo Emilio Taviani. Le avvisaglie della disfatta fascista, sia per le sconfitte militari (El Alamein), sia per la perdita di fiducia da parte della popolazione, che sopportava sulla pelle viva la differenza tra la realtà e le dichiarazioni trionfalistiche, indussero Pio XII a chiedere ai Cattolici a prendere l’iniziativa, mettendo al centro dell’iniziativa la ricostruzione degli Stati e dell’ordine internazionale sulla base della Pace e della Persona Umana. Il Papa incitò il Movimento Laureati Cattolici e l’Icas l’Istituto Cattolico attività sociali a prendere l’iniziativa sul piano culturale, traducendo l’insegnamento della Chiesa in un linguaggio “moderno” e comprensibile a tutti. Da queste prime righe emergono già alcuni dei principi basilari del Codice.

La politica rinasce dal grembo della cultura

Di grande rilevanza è la circostanza che la politica rinasce dal grembo della cultura (gli invitati dovevano costantemente aggiornarsi perché “le competenze non si improvvisano”), mentre uno dei problemi di oggi (Zuppi) è il divorzio tra politica e cultura, con il risultato di una politica epidermica, a volte ignorante, del giorno per giorno, con poche visioni. E infatti il Codice dedica grande attenzione alla Scuola, problema molto attuale se si pensa agli elevatissimi tassi di abbandono scolastico in alcune Regioni. Particolarmente importante appare la frase del Codice: “È debito di giustizia sociale procurare a ciascun membro della collettività indipendentemente dalle sue condizioni economiche un grado di istruzione e di educazione confacente ai suoi bisogni e alle sue capacità, in relazione alle condizioni ambientali ed alle esigenze dei tempi.”, in linea con il messaggio di Don Milani contro la povertà educativa. Tutto il Codice è poi in antitesi al Fascismo. In una lettera a Paronetto il 10 ottobre 1943, De Gasperi, dopo aver esaminato le bozze del Codice, affermò senza equivoci che l’antifascismo doveva essere, specialmente verso i giovani, una pregiudiziale ricostruttiva ed etica.

Comunità, bene sociale, giustizia sociale, eguaglianza

Se il fascismo aveva annientato la Persona, subordinandola totalmente allo Stato, il Codice pone al centro la dignità della PERSONA Umana, con i suoi diritti inalienabili. Il Codice esprime il Personalismo Cattolico (Cartabia), incentrato sulla relazionalità della singola persona (l’uomo è un essere essenzialmente socievole), l’Io e il Noi che sono inscindibilmente connessi: l’individuo e la comunità. Il fine dello Stato è pertanto la promozione del bene comune. Lo Stato deve promuovere la giustizia sociale (il codice parla ad esempio di livello di retribuzione al di sotto del quale la giustizia sociale non permette di scendere) e le condizioni di eguaglianza sostanziale. Il problema è attualissimo in una società dove aumentano drammaticamente le disuguaglianze sociali. È necessaria una costante attenzione verso gli strati più fragili della popolazione (il Cardinal Zuppi ha citato gli anziani che muoiono per il caldo e i migranti che vanno accolti in linea con l’umanesimo vera identità del nostro Paese).

I compiti dello Stato: libertà e uguaglianza

Compito primario dello Stato deve essere quello di: “a) lasciare a tutte le forze e attività che compongono il mondo sociale la libertà nella loro vita, cioè la possibilità di svolgersi secondo le leggi della propria natura; b) mantenere, perché questa libertà possa esplicarsi, la più esatta eguaglianza degli individui, delle famiglie e dei gruppi dinnanzi alle leggi; e cioè impedire che si stabiliscano e si mantengano privilegi positivi o negativi a favore di alcuni e a danno degli altri”. È una forma di sussidiarietà che presenta dei tratti comuni con la sussidiarietà circolare teorizzata dal Prof. Stefano Zamagni. Altro fondamentale principio del Codice è la pace e il perseguimento di un ordine internazionale basato non sulla forza, ma sulla collaborazione tra i popoli e la cessione di parte della sovranità statale a organismi sovranazionali. Il Card. Zuppi ha auspicato una Camaldoli Europea. Un ulteriore rilevante aspetto è l’impegno dei Cattolici in politica.

L’importanza del fare

Emblematiche sono le parole di Sergio Paronetto sulla distinzione tra le parole e il fare, tra le chiacchiere e la vita. “E mi par nettissima la nostra posizione, la nostra vocazione: è dalla parte del fare, con la croce, se vogliamo dell’azione, non con la irresponsabilità e la comodità mentale di chi sta a guardare”. Sotto questo profilo il Codice appare come un manifesto contro l’ignavia e l’indifferenza. Si cita una frase di Manzoni: “la vita non è destinata a essere un peso per molti e una festa per alcuni, ma per tutti un impiego del quale ognuno renderà conto“. Quindi, alcune delle parole chiave del Codice sono: comunità, cultura, antifascismo, persona, bene comune, giustizia sociale, eguaglianza, sussidiarietà, pace, società internazionale e fare.

L’attualità del Codice di Camaldoli

Sotto alcuni profili, il Codice si dimostra di straordinaria attualità, se calato nella realtà delle alluvioni del maggio 2023. In primo luogo la comunità (la Comunità oltre il fango è stato il titolo del Convegno organizzato dalla Diocesi di Faenza – Modigliana tenutosi il 13 luglio u.s.). Tante persone hanno avuto la capacità di saper fare squadra contribuendo a salvare molte vite umane e a limitare i danni materiali.

La SUSSIDIARIETÀ è stata parimenti un altro elemento fondamentale nell’alluvione. Senza l’opera degli Enti del Terzo Settore e delle migliaia di volontari venuti in Romagna a lavorare, i danni sarebbero stati ancora più grandi, e pressoché impossibili da ripristinare. E chi scrive ne ha esperienza diretta. Il fare ricorda le decisioni prese dalle Pubbliche autorità (Prefetto, Sindaci, ecc.) in momenti di grande difficoltà e spesso in brevissimo tempo: allerta tempestiva, evacuazioni, inondazioni di terreni. Tali decisioni hanno salvato molte vite umane e limitato i danni materiali. Infine i termini giustizia sociale ed eguaglianza hanno grande rilevanza nell’alluvione almeno sotto due profili:

  • le persone che, in seguito all’alluvione, hanno perso molto o tutto, vanno aiutate fraternamente e non lasciate indietro, evitando speculazioni (emblematiche le parole del Vescovo Mario Toso nella lettera inviata alla Comunità in occasione dell’alluvione);
  • dai boschi secolari del Casentino emerge la necessità di un corretto equilibrio tra i territori (il codice parla ad esempio di distribuzione territoriale delle attività produttive), nel nostro caso tra pianura e costa da una parte, e colline e montagne dall’altra. Occorre prevenire il dissesto idrogeologico della collina e della montagna al fine di evitare che questo si ripercuota sulla pianura con effetti disastrosi. Un codice pertanto ancora molto attuale da studiare in chiave contemporanea. Diceva Winston Churchill: “più riesci a guardare indietro più riesci a guardare avanti”.

Nei prossimi articoli esamineremo in misura più dettagliata le singole parti del codice.

di Paolo Castellari

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